SIMM Emilia Romagna

“Quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito…”

In Italia la Sanità è diffusamente considerata dai cittadini, dai decisori politici e dagli amministratori come un costo sociale e, anche a causa della maggior parte delle informazioni diffuse dai mass media, un settore mal funzionante, dominato da sprechi, talvolta, da fenomeni più gravi.
Col prevalere di una rappresentazione siffatta, passa inosservato non solo quanto importanti risultati si ottengono quotidianamente nella cura delle persone grazie al funzionamento dell’Organizzazione Sanitaria, ma soprattutto che essa rappresenta un’opportunità di formazione di filiere produttive legate a ricerca, innovazione, formazione di eccellenza, posti di lavoro ecc… e in senso lato di cultura in generale, e quindi di sviluppo economico e sociale del territorio e di un’intera comunità. La Sanità costituisce uno degli asset produttivi del Paese con maggiore potenziale: in Italia sta aumentando enormemente la richiesta di salute e il settore biomedico, insieme con la tecnologia e l’informazione, può generare enormi margini di crescita nell’occupazione e nella ricchezza.

È necessaria una piccola o grande “rivoluzione copernicana” che consenta innanzitutto di pensare la Sanità in “positivo”, è in primis un problema di rappresentazione sociale condivisa che deve mutare: la Sanità è un settore strategico che chiede alla Politica di superare un agire concentrato solo sui tagli, che determineranno una progressiva riduzione dei servizi, l’impoverimento economico e industriale e la marginalizzazione nella competizione internazionale.
È necessario guardare avanti e puntare alla valorizzazione di tutte le opportunità di sviluppo e di occupazione qualificata che si vengono a creare nelle economie basate sulla conoscenza. Ma qualcosa è già in atto e diventa urgente darne visibilità per dimostrare che quanto detto è possibile, sta già accadendo e segna la via del cambiamento per una Sanità/ricchezza del nostro Paese.